Ha fatto molto scalpore l’intervista pubblicata da una serie di testate nazionali che hanno ascoltato il report del presidente dell’Associazione Nazionale Divorzisti, Gian Ettore Gassani, rispetto al boom di richieste di divorzio pervenute durante il 2020 da poco concluso.
È stato un anno terribile sotto molti punti di vista e questo ha comportato per le famiglie costrette in casa a fare i conti con una dura e nuova realtà, ovvero la necessità di porre fine al matrimonio. Ne abbiamo discusso con un avvocato matrimonialista di Verona per capire quali sono state le cause scatenanti e le possibili conseguenze.
Non solo emergenza sanitaria
La pandemia ha creato più emergenze che vanno oltre quella puramente sanitaria. Difatti gli esperti parlano di emergenza familiare in riferimento alle frizioni e ai contrasti sorti a seguito della “cattività” obbligatoria che ha tenuto gli italiani entro le quattro mura domestiche.
E difatti stando alle stime dell’Associazione Nazionale Divorzisti il 2020 ha portato un incremento annuo del 60% di richieste di divorzio per via della nuova e inevitabile convivenza forzata.
Violenze familiari ed esplosioni emotive
Il dato più allarmante riguarda la metà di queste richieste che deriverebbe da violenza familiare e, a seguire, da infedeltà coniugale e altre problematiche. Come spiegano gli avvocati, infatti, un conto è dover condividere le mura domestiche durante il week-end o sul finire della giornata dopo il turno di lavoro.
Un altro conto è dover vivere insieme contemporaneamente, lavorando da casa e pianificando anche attività insolite come la Didattica a Distanza. Questo ha comportato vere e proprie “esplosioni emotive” che hanno causato il forte desiderio di procedere alla separazione.
Crisi di coppia e femminicidi in aumento
Una buona percentuale di casi, invece, sarebbe incorsa nel divorzio perché la convivenza forzata ha reso quasi impossibile celare le cosiddette “doppie vite” fatte di segreti, infedeltà e altre informazioni taciute al partner.
E così le coppie in crisi o stabilizzate su equilibri precari hanno vissuto una crisi irreparabile che è culminata con la richiesta di separazione, di cui la metà non sono consensuali. A queste si aggiunge un aumento del 20% di femminicidi e un incremento fino al 70% di violenza domestica.
Bisogna ripensare alle conseguenze sociali
Il dato può essere letto come allarmante dal punto di vista delle violenze in casa che sono all’ordine del giorno e che si sono acuite con l’obbligo di rispettare le zone rosse e i lockdown. Da un punto di vista sociale, invece, i divorzi aumentati sono il risultato di scelte politiche che hanno dato massima priorità all’emergenza sanitaria ma che poco hanno avuto a che fare con le conseguenze sociali.
Oltre ai divorzi gli esperti sono allarmati per il vigente stato di ansia, depressione e mancanza di stimoli verso il futuro di cui soffrono tutti, a prescindere dall’età. Se i giovani e i bambini vedono venire meno il desiderio di sognare cosa faranno da grandi e di fare progetti, gli adulti e gli anziani perdono il cosiddetto gusto dell’attesa e quelle piccole fughe quotidiane come un aperitivo dopo il lavoro, una vacanza breve per fuggire dalla città o una serata al cinema.