Da qualche tempo sta circolando in tutta Italia l’iniziativa “Rifiuti Zero”, il cui obiettivo è il raggiungimento di un ambiente più sano e sostenibile partendo da quello che solitamente si getta in quanto scarto. La proposta di legge di iniziativa popolare, che ad oggi ha già raccolto più di 50716 firme, sta facendo il giro d’Italia puntando ad arrivare in Parlamento per essere convertita in legge.
Ma quali sono i punti salienti di “Rifiuti Zero”?
Il primo punto, quello fondamentale, è la separazione dei rifiuti e di conseguenza una più corretta e funzionale organizzazione della raccolta differenziata. A ben guardare, infatti, la corretta gestione dei rifiuti non è un problema di ordine tecnologico quanto semmai organizzativo; questo dimostra che con un più ampio e cosciente coinvolgimento delle comunità sarebbe possibile dar vita a un sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti molto più efficace.
A questo principio se ne lega un altro di fondamentale importanza, vale a dire la raccolta porta a porta che ad oggi appare come l’unico sistema efficace per far funzionare la raccolta differenziata in quanto capace di far raggiungere in un arco di tempo relativamente breve percentuali pari circa al 70%.
Altro obiettivo di fondamentale importanza è il compostaggio, ovvero la realizzazione di impianti di compostaggio da realizzare primariamente nelle aree rurali e quindi nei luoghi a prevalente uso agricolo. Fondamentale per la proposta “Rifiuti Zero” è chiaramente anche il riciclaggio, un processo, questo, che chiaramente prevede la realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclo e per il recupero di tutti quei materiali che ad oggi finiscono nella spazzatura e che, al contrario, potrebbero essere facilmente reinserita nella filiera produttiva.
Chiaramente tutto ciò non si potrebbe realizzare senza una significativa riduzione dei rifiuti, scopo questo che è possibile raggiungere promuovendo e diffondendo la cultura del compostaggio domestico, la sostituzione delle stoviglie e delle bottiglie in plastica, l’uso dell’acqua di rubinetto, la diffusione di pannolini lavabili, il progressivo diffondersi di abitudini quale quella di acquistare latte, detergenti e altri tipi di bevande alla spina e così via.
Fondamentale è anche il riuso e la riparazione, un punto questo che prevede la creazione di appositi centri per la riparazione, per il riuso e per la decostruzione degli edifici nei quali, beni durevoli come i mobili, gli infissi, i sanitari e tutti gli elettrodomestici possono essere riparati e poi rivenduti.
Questo tipo di materiali, che ad oggi rappresenta circa il 3% degli scarti totali, ha un grande valore economico, il che significa che può rappresentare un investimento fruttifero per le imprese e un canale occupazionale molto forte.
In ultimo altri punti fondamentali sono la tariffazione puntuale, ovvero un sistema tariffario che faccia pagare ai contribuenti esattamente in base alla produzione di rifiuti non riciclabili, un meccanismo questo che consentirebbe di premiare i cittadini più virtuosi invogliando quindi alle buone pratiche. Infine nel progetto viene proposta anche la realizzazione di un Centro di ricerca e di riprogettazione che sarebbe il punto di riferimento per la corretta attuazione del programma.