PLA- Acido polilattico
Il poli(acido lattico) o polilattato è un polimero.
Il nome “acido polilattico” è ambiguo e induce all’errore, essendo quindi sconsigliato il suo uso.
Esiste in due forme enantiomeriche (L-D), ma soltanto dall’isomero otticamente attivo (L) è possibile ottenere il polimero cristallino che fonde a 180 °C.
L’unico modo per ottenere la forma otticamente attiva è ricorrere alla fermentazione che produce l’isoforma L, poiché per via chimica si ottiene solo la forma racema che porta ad un acido polilattico amorfo.
Le fasi di preparazione possono così riassumersi:
- Separazione dell’amido da fibre e glutine
- Liquefazione e saccarificazione dell’amido
- Fermentazione con riutilizzo nel brodo di coltura della parte proteica separata dall’amido
- Purificazione e concentrazione delle soluzioni di sale dell’acido lattico
- Polimerizzazione
- Preparazione del manufatto
Due stadi distinti: sintesi per via fermentativa e isolamento dell’acido L-lattico, polimerizzazione dell’acido ottenuto. La fermentazione industriale avviene grazie a un batterio del genere lactobacillus, che abbia una purezza elevata per non influenzare la purezza ottica dell’acido prodotto. Come materie prime si usano zucchero, melasse e siero di latte. In alternativa viene utilizzato Bacillus coagulans.
La polimerizzazione porta ad un prodotto con peso molecolare molto basso (<10.000) poiché la polimerizzazione è bilanciata dalla depolimerizzazione; man mano che la catena si allunga, la velocità di polimerizzazione si riduce fino ad eguagliare quella di depolimerizzazione. Bisogna operare con estensori di catena o con eliminazione azeotropica dell’acqua liberata nel processo di poliesterificazione (durante la purificazione).
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